Come anticipato più di un mese fa, voglio dedicare un apposito articolo alla mia esperienza con i codici Annotati con la giurisprudenza, editi da CEDAM.
La mia (personalissima) opinione si riferisce all'edizione 2013 dei quattro codici (diritto civile e diritto penale, insieme ai due codici di rito).
Ritengo, tuttavia, che l'anno di riferimento non sia particolrmente rilevante, in quanto, nel corso della pratica legale, ho avuto modo di utilizzare anche edizioni precedenti, non riscontrando significative differenze.
Inizio con il dire che reputo, in generale, la collana un ausilio validissimo, sia a fini lavorativi, che per uso concorsuale.
Strutturalmente parlando, i codici sono molto solidi, pesanti (tendenzialmente più di un vocabolario) e ben rilegati. Le pagine sono molto sottili e di colore beige, ma queste caratteristiche non mi hanno mai turbata, nè hanno compromesso l'utilizzo dei volumi.
È dovuto precisare, però, che se si utilizza un evidenziatore per sottolinerare le massime giurisprudenziali, si incorre nel rischio che, sul retro del foglio sottolineato, si intraveda il colore utilizzato.
Il carattere scelto per la scrittura è abbastanza piccolo, caratteristica che può creare un pò di confusione, se si ha fretta di trovare una massima, ma che, d'altro canto, consente ai volumi di contenere un maggior numero di pronunce, senza diventare ancor più ingombranti e pesanti. In ogni caso, con l'utilizzo costante, l'occhio si abitua e non ci si fa più caso.
Rimedia alle possibili difficoltà di lettura, il fatto che le le parole chiave siano evidenziate, in quanto scritte in grassetto. Questa scelta stilistica si rivela molto utile, al fine di destreggiarsi tra le tante massime riportate e di trovare subito quella ricercata.
Al di là delle caratteristiche stilistiche-strutturali, che possono soggettivamente piacere o meno, essere ritenute più o meno comode, ritengo innegabile l'elevato livello contenutistico di questi testi, soprattutto per quanto riguarda il Codice di Diritto Civile (meglio noto come "il Cian- Trabucchi"), che è una vera istituzione!
La raccolta delle massime giurisprudenziali non è lasciata al caso, ma segue un ordine ben preciso, che aiuta moltissimo a ricostruire l'istituto, pur rispettando l'assenza di commenti ed interventi dottrinali, che renderebbero i codici inadatti all'utilizzo in sede di esame.
In genere ogni articolo raccoglie prima le massime di sentenze che hanno tratteggiato le caratteristiche basilari degli istituti, per finire con circostanze applicative della norma, casi particolari ecc.
Ad esempio, se esamino l'art. 1406 del Codice Civile, che disciplina la cessione del contratto, non ho alcuna difficoltà a ricostruire l'istituto, partendo dalle basi. Il primo paragrafo è dedicato ad estratti di sentenze relative ai presupposti ed oggetto dell'istituto, il secondo alla struttura e forma, il terzo agli effetti, per proseguire con i singoli contratti ecc.
Ho avuto un'esperienza ugualmente positiva con il codice annotato di diritto penale.
Come anticipato, l'opera completa è, a mio parere, molto valida e vale ognuno degli euro che costa. Devo precisare, però che, se a fini lavorativi è molto utile avere ed utilizzare anche i codici delle due procedure, se se ne valuta l'acquisto a fini concorsuali (o meglio, per lo svolgimento dell'esame di abilitazione alla professione di Avvocato), ritengo che questi ultimi non siano indispensabili. In seguito alla mia esperienza, posso dire di non aver quasi utilizzato, nella suddetta circostanza, i codici di rito. Le massime ivi riportate, infatti, non aggiungevano nulla a quelle già lette nel codice civile o penale.
Per qualsiasi dubbio o domanda a riguardo, scrivimi un commento!
Buono studio!
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DISCLAIMER: I codici sono stati acquistati da me, non vi è alcuna collaborazione tra me e la casa editrice e quello che ho scritto è esclusivamente frutto della mia personale opinione.
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