Il Consiglio di Stato sull'ordinanza cautelare del Tar sospensiva delle date per lo svolgimento del concorso da magistrato
Nei giorni scorsi gli aspiranti magistrati sono stati scossi dalla notizia che il Tar aveva sospeso il decreto ministeriale che fissa lo svolgimento delle prove scritte del concorso in magistratura in tre giorni consecutivi (25-26-27 giugno 2014) ed ordinato al Ministero della Giustizia di individuare una diversa articolazione temporale delle prove.
Il provvedimento veniva emanato in seguito al ricorso di un concorsista affetto da una patologia che gli impone di sottoporsi a dialisi a giorni alterni, così impedendogli di svolgere le prove concorsuali secondo le modalità stabilite dal Ministero della Giustizia.
Con grande sorpresa dei più (me compresa), lungi dall'adeguarsi alla pronuncia, il Ministero si è tempestivamente rivolto al Consiglio di Stato il quale, ritenendo sussistenti i presupposti di cui all’art. 56 del d.lgs. 2 luglio 2010 n. 104, ha accolto l'istanza (qui il decreto).
La decisione è stata presa in forma monocratica, dal solo Presidente della IV sezione, come appunto previsto dal citato articolo 56.
La norma, infatti, consente che, in caso di estrema gravita' ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio, ancor prima della trattazione della domanda cautelare da parte del collegio il ricorrente possa chiedere al Presidente
del tribunale amministrativo regionale, o della sezione cui il
ricorso e' assegnato, di disporre misure cautelari provvisorie.
La discussione in Camera di Consiglio avverrà solamente in data 1 Luglio, quando ormai le prove saranno già state espletate.
La decisione ha prodotto, di fatto, il ritorno alle origini, consentendo così lo svolgimento delle prove scritte del concorso per magistrati ordinari nelle date fissate con il decreto impugnato innanzi al Tar.
Di certo il Decreto non resterà privo di scalpore e desterà profonde discussioni, posta l'importanza dei diritti in gioco: la salute, l'uguaglianza, il buon andamento della Pubblica Amministrazione e, non ultimo, l'affidamento dei tanti (quasi 21.000) aspiranti magistrati.
Non ci resta che attendere il prosieguo del giudizio dinanzi al Tar (di cui l'ordinanza riformata rappresentava solo un provvedimento cautelare), per scoprire come la vicenda si concluderà nel merito.
Commenti
Posta un commento